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Taccia: la lampada icona del design di Achille Castiglioni

C’è tutta la storia del design italiano dietro Taccia, la lampada disegnata da due fra i designer che più hanno contribuito a rendere il made in Italy apprezzato nel mondo, padri di alcuni fra i pezzi più iconici e conosciuti a livello internazionale: Achille e Pier Giacomo Castiglioni.


Taccia rompe le regole del design

Questo modello scardina l’immagine preconcetta di lampada: una base in metallo sostiene un involucro trasparente a forma di campana, che alla sua sommità è opaco mentre la fonte di luce si trova all’interno della base; la calotta trasparente è solo poggiata sul supporto metallico e può quindi essere orientata in molti modi, per direzionare la luce a piacimento; così il fascio tocca la superfice bianca opaca diffondendo nell’ambiente una morbida luce riflessa.
La storia che ha portato alla nascita di Taccia rappresenta un caso esemplare di come il design italiano fin dalle sue origini sia stato sperimentazione sui materiali, innovazione tecnologica e formale e grande creatività.

Una lampada “sbagliata”

“Questa lampada è stata pensata in modo sbagliato” diceva Achille Castiglioni e, in effetti, quando nel 1958 disegnano la lampada, i progettisti pensano di usare la plastica e di proporre il progetto a una azienda che in quegli anni si propone di sperimentare proprio questo nuovo materiale, la Kartell.
Tuttavia della plastica si conosceva ancora poco e il primo prototipo svela già parecchi limiti dal momento che il materiale non riesce a resistere al calore sviluppato dalla lampada a incandescenza e crea deformazioni sulla calotta trasparente.
Sebbene i due designer creino delle prese d’aria per abbassare la temperatura, il problema rimane, l’involucro si scioglie e a niente valgono gli accorgimenti per facilitare la ventilazione, come le scanalature del piedistallo, ispirate ai tubi delle stufe e alla loro capacità di disperdere il calore. Nasce proprio da questa esigenza il rimando formale al profilo di una colonna greca della base in metallo che, anche se non risolutivo dal un punto di vista funzionale, è da subito una soluzione molto apprezzata dal punto di vista formale.
Dopo molti tentativi viene deciso di abbandonare i materiali sintetici a favore del vetro soffiato, questa volta per il brand Flos, che la inizia a produrre in questa versione, finora rimasta immutata

I fratelli Castiglioni riscrivono le regole dell’illuminazione

Taccia non è stato affatto l’unico caso di sperimentazione nel campo dell’illuminazione per i due fratelli Castiglioni, pionieri e maestri dell’innovazione che hanno scritto alcune fra le più importanti pagine della storia del design; uno su tutti: nel 1962 realizzano Arco, il primo modello di lampada da terra che si allunga fin sopra il tavolo, da subito diventata un’icona del design, capofila di una serie di modelli che ne riprendono l’idea.
Oggi Taccia, diventata un classico del design, è stata rinnovata alla luce delle recenti innovazioni tecnologiche. Così Flos riesce a superare i limiti imposti dai materiali e dagli strumenti di allora per dare corpo, a quasi sessant’anni di distanza, a un oggetto così come era stato immaginato dai fratelli Castiglioni.

Flos ha, infatti, presentato recentemente un modello in cui la luce a incandescenza ha lasciato il posto al led, eliminando il problema del surriscaldamento, e che fa uso di polimetilmetacrilato per l’involucro, che diventa, così, completamente indeformabile. Grazie a queste variazioni è possibile restituire a Taccia il materiale con cui inizialmente è stata pensata: la plastica, da cui deriva un modello più leggero, dimmerabile, ma soprattutto una maggiore fedeltà al progetto iniziale dei due maestri del design.
Un’altra variante di recente produzione è la Taccia small: la lampada originale ha un diametro di 49 centimetri, una caratteristica che ha spesso spinto gli utenti a sfruttarla come lampada da terra anziché da tavolo, contrariamente a quanto previsto nel progetto originale; la small è ridotta a 37 centimetri. Le sue dimensioni più contenute permettono di usarla in maniera più versatile negli ambienti domestici, per non rinunciare a quella icona di eleganza che lo stesso Achille Castiglioni definì “la Mercedes delle lampade, un simbolo di successo”.
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