Interviste
Campeggi Design: la trasformabilità come punto di forza
Mai smettere di mettersi in gioco. È questo uno degli asset fondamentali secondo Guglielmo Campeggi, architetto e nipote di Luigi Campeggi, l’imprenditore brianzolo che negli anni Cinquanta ha dato vita all’omonima azienda, specializzata in imbottiti.
Con il fratello ed il cugino, da qualche anno, Guglielmo è parte attiva dell’azienda, ricoprendo il ruolo di direttore creativo del marchio. Grazie al loro contributo prosegue l’avventura di una famiglia italiana che da tre generazioni realizza arredi trasformabili capaci di combinare estetica e funzionalità, divertimento e versatilità, utilità e comfort.
Campeggi Design, con il suo approccio giocoso, è stata capace di costruirsi un personalissimo dizionario che descriva al meglio la sua filosofia: Comodità, Agilità, Movimento, Pragmaticità, Economicità, Grazia, Gioco, Imprevedibilità. Questo linguaggio innovativo e riconoscibile è declinato in ogni aspetto: dai prodotti alla comunicazione visiva (curata da Italo Lupi con Steven Guarnaccia) passando per l’architettura (grazie a Guido Canali che per loro ha realizzato lo stabilimento e lo showroom in provincia di Como).
Tra i primi al mondo a produrre divani e poltrone letto, Campeggi, dal 1958, coinvolge figure importanti della creatività italiana e internazionale che hanno contribuito a rendere il brand così identitario, espressione del miglior made in Italy. Questo approccio collaborativo ha sempre portato ottimi risultati in termini di riconoscibilità ed ha generato connessioni proficue e durature, come quella che Campeggi ha con Fattorini da diversi anni.
Guglielmo, cosa significa essere parte di un’azienda a conduzione familiare arrivata alla terza generazione?
Significa avere un coinvolgimento diretto e sentire la responsabilità di continuare a sviluppare la visione del progetto originario, innanzitutto. Ogni generazione porta l’esperienza, l’onere e l’onore di quella precedente, ma al contempo deve essere capace di dare un suo contributo in termini di innovazione e crescita. Di essere al passo col proprio tempo.
Condividere questo impegno con Marco Campeggi, oggi AD dell’azienda e braccio destro di Claudio Campeggi per più di 40 anni, mio fratello – che si occupa del marketing – e mio cugino – che invece si occupa di produzione e logistica – naturalmente, ha pro e contro. Da un lato l’approccio informale al confronto continuo, che va oltre dinamiche aziendali standard. Dall’altro, provenendo ognuno da background e formazioni differenti, tendiamo ad essere, contemporaneamente, complementari e quasi mai d’accordo su nulla. Ma questo è anche il lato divertente, l’avere più prospettive.
Condividere questo impegno con Marco Campeggi, oggi AD dell’azienda e braccio destro di Claudio Campeggi per più di 40 anni, mio fratello – che si occupa del marketing – e mio cugino – che invece si occupa di produzione e logistica – naturalmente, ha pro e contro. Da un lato l’approccio informale al confronto continuo, che va oltre dinamiche aziendali standard. Dall’altro, provenendo ognuno da background e formazioni differenti, tendiamo ad essere, contemporaneamente, complementari e quasi mai d’accordo su nulla. Ma questo è anche il lato divertente, l’avere più prospettive.
A proposito di divertimento. Campeggi fa del lato “playful” una parte importante della sua filosofia, confermi?
Assolutamente, Campeggi ha un’anima giocosa, da ready made. Con questa idea sono nati, alla fine degli anni Cinquanta, i trasformabili: un atto performativo. Un espediente per liberare la creatività, suggerire nuove funzioni e modi di abitare informali, dimostrare che ciascuno può fare dell’oggetto d’arredo ciò che desidera, dando vita al pezzo. Ancora oggi crediamo che questo resti il messaggio: produrre progetti utili ma capaci di raccontare storie, combinando insieme estetica, funzionalità ed esperienza.
Campeggi ha collezionato una lunga serie di grandi collaborazioni creative, da Vico Magistretti a Matali Crasset, da Denis Santachiara alla giovane Sakura Adachi, giusto per citarne alcune. Come ci si sceglie?
Stesso modo di vedere il mondo, credo. Negli anni abbiamo avuto la fortuna di lavorare al fianco di personalità straordinarie e presentare progetti di grandissimi, ma anche di creativi interessanti e ancora poco conosciuti scoperti attraverso un’attenta – e fondamentale – attività di scouting (come è stato con IPNO di Finemateria dopo Edit Napoli, ad esempio).
Oggi credo che questo approccio sia uno dei nostri principali punti di forza, il modo per continuare a far crescere un brand che ha la sua storia. Per Campeggi infatti il tema dell’identità e del rispetto – di marchio e designer – è molto forte. Poiché alla base ci sono fiducia e valori condivisi, a noi piace lasciare libertà di espressione, dando pochi paletti da rispettare, e questo consente a loro di sperimentare e proporci progetti ambiziosi o visionari.
Oggi credo che questo approccio sia uno dei nostri principali punti di forza, il modo per continuare a far crescere un brand che ha la sua storia. Per Campeggi infatti il tema dell’identità e del rispetto – di marchio e designer – è molto forte. Poiché alla base ci sono fiducia e valori condivisi, a noi piace lasciare libertà di espressione, dando pochi paletti da rispettare, e questo consente a loro di sperimentare e proporci progetti ambiziosi o visionari.
Serve molta ricerca e molta prototipazione però
Esattamente. Per ottenere il massimo dal binomio forma e funzione per i nostri imbottiti, da sempre, puntiamo tutto su innovazione, dettagli e qualità, più che sulla quantità. La nostra non è una produzione industriale in serie, è una produzione artigianale: ogni pezzo prima di essere messo in catalogo segue un lungo iter di prove e solo una volta ordinato viene realizzato ad hoc. In questo il nostro dna è profondamente Made in Italy, anzi Made in Brianza. Ogni anno lavoriamo a cinque nuovi prodotti da presentare al Salone del Mobile di Milano, dove, letteralmente, “andiamo in scena” da 53 anni (a proposito: quest’anno lo stand Campeggi a Rho è curato da Matilde Cassani, venite tutti a trovarci, si?).
Qualità per Campeggi significa?
Magistretti ci diceva sempre “un progetto funziona quando puoi metterlo in casa tua”. Per noi questo pensiero così chiaro, evidente, lineare è sempre stato un riferimento, una riflessione sul tema dell’utilità e della durabilità. La qualità per Campeggi in effetti ha a che fare proprio con questo: con il fatto che un oggetto debba durare nel tempo, essere resistente, confortevole, funzionale e soprattutto raccontare una storia. I nostri oggetti sono tutti progetti: riassumono nella semplificazione funzionale una complessità di pensiero.
Com’è cambiato l’abitare oggi?
Di certo è cambiato lo spazio domestico, per conformazione e dimensioni. Sono cambiate le esigenze, le attitudini, gli stili di vita, i nuclei familiari, i gusti. Molti usi si sono ibridati, rendendo la casa un luogo più dinamico di una volta, aperto. Esiste poi un atteggiamento generazionale nomadico – per scelta personale o esigenze lavorative – da tenere in considerazione in cui ci si sposta spesso, si cambia città, nazione. E dove diventa ancor più fondamentale utilizzare pezzi d’arredo solidi, utili, versatili, trasportabili e confortevoli. Arredi che non siano mai fuori posto.
E il divano letto in tutto questo, che ruolo ha?
Il divano letto non deve essere inteso come un oggetto di pura necessità. E’ un oggetto fondamentale, di cui, a mio avviso, ancora non è stato espresso a pieno il potenziale narrativo. Bisognerebbe renderlo partecipe di una riflessione più complessa, perché ha a che fare con le mutate necessità del contemporaneo, con questa idea di trasformazione dinamica dell’apparato abitativo e degli stili di vita. Ma vale per tutti gli imbottiti che produciamo – poltrone e divani letto, pouf, trasformabili, sedie e sedute: la comodità, l’ergonomia, la facilità d’uso e la versatilità devono essere elementi essenziali, imprescindibili. Noi, poi, proviamo ad imprimervi la nostra firma creativa.
Quali sono gli obiettivi da qui a dieci anni?
Crescere, migliorarci, sperimentare, continuando ad esplorare soluzioni tipologiche intelligenti e creative, frutto di scelte tecnologiche sostenibili, legate all’educazione ai materiali e al loro uso.
E rendere il divano letto, finalmente, un oggetto indispensabile!
E rendere il divano letto, finalmente, un oggetto indispensabile!
Comodità e versatilità sono solo alcune delle caratteristiche che rappresentano i design di Campeggi. Tra le prime aziende al mondo a produrre divani e poltrone letto, Campeggi pensa a tutti coloro che cercano innovazione nel proprio arredamento.
Il suo approccio al design con una visione di continua evoluzione e dinamicità rispecchia pienamente i valori di Fattorini Design, che si impegna nel proporre arredi funzionali senza mai rinunciare alla qualità e all’estetica.
Il suo approccio al design con una visione di continua evoluzione e dinamicità rispecchia pienamente i valori di Fattorini Design, che si impegna nel proporre arredi funzionali senza mai rinunciare alla qualità e all’estetica.
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