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Il Salone del Mobile ha raggiunto le 60 primavere

Gli anniversari a cifra tonda sono quelli che restano più impressi ed immaginare che il Salone del Mobile abbia raggiunto le sue 60 primavere, confermandosi come uno degli eventi più importanti del settore, è un avvenimento che non può di certo passare inosservato. Soprattutto se teniamo in considerazione il fatto che gli ultimi due anni sono stati congelati per colpa di una pandemia che ci ha resi immobili, sia di fronte alle azioni obbligate sia a quelle volontarie.

Due anni in cui la nostra casa è diventata, per forza di cose, l’ambiente in cui ci siamo ritrovati costretti a passare il nostro tempo ma che, con uno sforzo non da poco, è diventato il nostro unico luogo sicuro, dove poter spaziare liberamente ed immaginare una vita normale, che guarda ad un passato sereno, fatta di respiri a polmoni gonfi e risate scevre da mascherine protettive. Il Salone del Mobile torna fermamente, dopo un periodo di stasi, a parlarci proprio di questi ambienti che, ad oggi, hanno conquistato una posizione di privilegio data proprio dal loro essere stati fondamentali in un periodo in cui la socialità e gli spazi aperti/ comunitari erano sinonimo di pericolo.

Era il lontano 1961 quando venne inaugurata, per la prima volta, questa manifestazione e, in pochissimo tempo, fu in grado di affermarsi come un vero e proprio punto di riferimento per il settore dell’arredamento e del design. Milano firmava l’ennesimo traguardo: il Salone del Mobile diventava, così, un vero e proprio marchio di qualità, rafforzato dalla sua nativa provenienza Made in Italy, che andava a chiudere il cerchio di eccellenza, designato dalla storia fatta dai più grandi architetti e designers del nostro Paese.

Nacque quindi, negli anni del boom economico, una kermesse che metteva in luce tutte le innovazioni in termini di abitare e di ricerca dei materiali, pronte a migliorare la qualità del vivere quotidiano di tutti. Illuminazioni, arredi, sedute, spazi living portavano la firma dei più grandi avanguardisti dell’epoca: Sottsass, Castiglioni, Pininfarina, Cini Boeri, Aulenti solcavano un terreno inesplorato, pressoché immaginando la traccia fondamentale che avrebbero lasciato nella storia del design italiano.

Ed eccoci qui, dopo sessant’anni, dopo un anno di stop ed un anno in cui è stato organizzato un evento ridotto, a vedere confluire in un unico hub commistioni di stili, avanguardie concettuali, innovazioni di materiali, tutto a servizio del vivere quotidiano nell’ottica del comfort e della sostenibilità. È proprio quest’ultimo il tema cardine di questa edizione 2022: la bellezza in ottica green, il design che presta il suo operato per dare un fondamentale contributo alla salvaguardia del pianeta. Un’ enfatizzazione del concetto di Terzo paradiso coniato da Pistoletto, un modo in cui vi sia un equilibrio tra natura e sviluppo sociale/tecnologico.

D’altronde Pistoletto, nel suo Manifesto, afferma: “Il Terzo Paradiso è il grande mito che porta ognuno ad assumere una personale responsabilità nella visione globale. Il termine paradiso deriva dall’antica lingua persiana e significa “giardino protetto. Noi siamo i giardinieri che devono proteggere questo pianeta e curare la società umana che lo abita”. È quindi anche nostro compito fare in modo che questo terzo paradiso si concretizzi, tenendo conto che il progresso debba andare pari passo con la tutela dell’ambiente che ci ospita. A differenza degli altri anni, in cui l’evento prendeva forma ad Aprile, per questo 2022 la manifestazione avrà inizio il 7 giugno e terminerà il 12 dello stesso mese, con orari di visita dalle 9.30 alle 18.30. Una scelta delineata da momento storico, dando tempi di organizzazione più lunghi con lo scopo di agevolare gli espositori e gli eventuali spostamenti dei partecipanti. La Fiera Milano Rho, con i suoi 210.000 metri quadri, accenderà i riflettori su oltre 2300 aziende, italiane ed internazionali, leader nel settore del design e dell’innovazione.

Sarà altresì un evento che attirerà un pubblico estraneo ma amante del mondo dell’arredamento; a loro sarà concessa la visita nei giorni 11 e 12 giugno, mentre gli studenti potranno visitare il Salone del Mobile nei giorni 10, 11 e 12. I biglietti possono essere acquistati sul portale online, con un costo a partire da 30,00 euro. Al varco di ingresso si verrà permeati da quel magnifico odore di nuovo che però manifesta agli occhi un ambiente affine, che sa già di casa, di calore domestico. Un po’ come quando si entra per la prima volta in casa di qualcuno e l’ambiente subito si presenta familiare. Lo stesso accade al Salone, l’innovazione è disarmante a tal punto che l’oggetto diviene subito un’esigenza, un qualcosa che sembra già colloquiare con noi, con il nostro modo di vivere, con i nostri spazi quotidiani.

La Fiera non prenderà forma solo tramite il Salone del Mobile, ma sarà accompagnata da una serie di eventi che doneranno di sicuro un valore aggiunto: il Salone Internazionale del Complemento d’Arredo, Workplace 3.0, S.Project, Euroluce, Eurocucina, Salone Internazionale del Bagno, SaloneSatellite e Supersalone, eventi che abbracciano interamente il mondo dell’interior design, tra estetica e funzionalità, alla ricerca di nuove soluzioni dedicate interamente all’eco-sostenibilità dell’elemento “arredo”, e che si rivolgono non solo agli esperti del settore, ma anche agli appassionati, ai clienti, agli architetti e perfino ai curiosi.

Oggetti che hanno fatto la storia, premiati con il prestigioso Compasso d’Oro, affiancheranno le novità di quest’anno. Come l’Arco di Flos, Compasso d’Oro alla carriera come prodotto d’innovazione del settore illuminotecnico, diventato icona per l’interno design italiano nel mondo, oppure come Spun di Magis, Compasso d’Oro nel 2014 per aver interpretato in modo ironico e giocoso un oggetto quotidiano. Da non dimenticare la sedia Steelwood di Magis, premiata con il medesimo premio nel 2011, per aver avuto il coraggio di evidenziare l’associazione fra diversi materiali e processo costruttivo e la più recente Arrangements di Flos, Compasso d’Oro 2020, premiata per il suo minimalismo e per aver trasformato al meglio i led in emozione.

Che si alzi il sipario e che inizi lo spettacolo!
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